Due soldini fan sempre bene

Dopo il marchettone, col Natale arriva la marchettina. Piccolina, giusto per tirar su i soldini della bolletta. Prima almeno la buona notizia: dopo tre anni e tre mesi di fantomatici lavori di restauro sui quali non siamo stati degnati di alcuna delucidazione, l’osceno castello pubblicitario che per far soldi ha sfigurato uno dei luoghi monumentali più famosi della terra è stato finalmente tolto. Mezzo mondo ha protestato, mille giornali ne hanno parlato ma questa schifezza ci siamo tenuti fino a che le madame dorè che ci amministrano hanno voluto. Vedremo adesso quale altro sistema troveranno per dragar moneta. Nel frattempo, godiamoci finalmente il povero Ponte dei sospiri nudo e crudo, come per secoli generazioni più fortunate della nostra l’hanno visto.

E adesso la marchettina, proprio a pochi metri dal luogo della triennale marchettona. Nella piazzetta dei Leoni, sul fianco della Basilica di San Marco e proprio davanti al Palazzo Patriarcale, da parecchi anni sotto Natale si allestisce il presepe. Mai stato niente di che, bisogna dirlo, però è anche vero che il luogo, le architetture e per chi ci crede l’importanza religiosa degli edifici che circondano la piazza conferiscono alla sacra tradizione un’aura non indifferente.
Bene, io probabilmente vivo ormai su un altro pianeta e trasecolo per cose che appaiono assolutamente normali, quando non auspicabili e divertenti, al resto dell’umanità. Però passare davanti alla capanna e fare un salto come se avessi visto Montserrat Caballé in bikini è stato ieri tutt’uno. Perché il presepe di quest’anno è codesto:

Non c’entra che io le ceramiche Thun le ho sempre odiate e le trovo orrende. E’ l’idea che conta, il fatto di vendersi perfino il presepe per trasformarlo in occasione pubblicitaria. Più ci penso e più mi fa rabbrividire. Mentre invece mi fa ridere di pena il patetico baracchino addossato al muro in fondo alla piazza, una bottega volante della ditta sponsorizzatrice che spera così di sfruttare l’incontenibile entusiasmo delle sciure di passaggio, travolte da cotanta bellezza e dalla fregola di possedere anch’esse immantinente un analogo presepietto con boccucce a culo di gallina. Più piccolo, sicuramente, ma costoso come bisquit di Capodimonte del 1806.

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7 risposte a Due soldini fan sempre bene

  1. mosco ha detto:

    scusa un po’ perché mai solo noi bolzanini? Un po’ di thunkitsch pure a voi, no, che qui abbiamo angiolettoni grassi con la bocca a culo di gallina ovunque!

    Che fra l’altro noi abbiamo pure il triste e tristo mercatino da sopportare.

    “resistere, resistere, resistere”

  2. mosco ha detto:

    Off topic (ma forse nemmeno molto): mi han detto che chiude la barca dei pugni!?!??

    sono DESOLATA :(:(

    corri a guardarla per me ancora una volta, io non faccio più in tempo.

    • winckelmann ha detto:

      Davanti alla barca dei pugni ci passo quasi tutti i giorni. Non sono sicuro, ma credo di aver sentito anch’io qualche voce sualla chiusura.
      Se può esserti di consolazione: sai che ce n’è un’altra a Venezia? In fondo a via Garibaldi, dove ricomincia il canale c’è un’altra barca sulla quale si vende frutta e verdura. Aperta e sempre affollata.

  3. Paolo ha detto:

    Quello che è proprio scic è il tappeto rosso, così la sciura che va a comperare le preziose statuette si senta accolta, signora mia, essendo ella gran dama che spende con gusto e capacità.

    • winckelmann ha detto:

      Sorbole, il tappeto rosso mi era proprio sfuggito. A giudicare dalla desolazione del negozio quella volta che l’ho fotografato, non mi pare che come invito faccia proprio il suo dovere…

  4. mosco ha detto:

    sapevo della barca di via garibaldi, ma quella dei pugni era la MIA barca: ci passavo davanti anch’io tutti i giorni, abitavo in rio terà dei pugni e lavoravo in calle larga XXIII marzo. E cenavo ai 4 feri dalle fie rifondarole, mangiavo il gelato in campo san barnaba…

    • winckelmann ha detto:

      Ma quando succedeva tutto ciò? E dove stava il gelato a San Barnaba? Non, immagino, in quella specie di gioielleria che c’è adesso, che in cambio di etti di pepite d’oro ti centellina mm cubi di preziosissime, a detta loro, creme gelate di mandarini della Siberia e di corbezzoli di Timbuctù…

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