Ufficialmente tutto è cominciato venerdì scorso, in realtà quel giorno il vaso è soltanto traboccato. In breve, è successo che nella sola giornata del 22 un numero imprecisato (nel senso che non me lo ricordo) di navi da crociera e traghetti ha attraccato tutto in una volta in città, scaricando decine di migliaia di turisti i quali, non avendo a disposizione mezzi pubblici per spostarsi dato che era giornata di sciopero, si sono riversati per le strade bloccando tutto e tutti, come e peggio che nelle ultime giornate di carnevale. Il problema si è protratto nei giorni successivi, acuito dal tempo incerto che ha spinto migliaia di persone in vacanza al mare a riversarsi qua per una gita alternativa alla spiaggia, aggiungendosi alle quote standard di turisti di lungo periodo, di turisti del weekend e croceristi.
I resoconti dei quotidiani sono bollettini di guerra e i residenti sono esasperati. Tutti tranne, naturalmente, albergatori e bottegai che plaudono invece a una stagione turistica col vento in poppa. Il fatto, però, è che ormai il problema del sovraffollamento della città e del degrado causato da uno sfruttamento turistico sconsiderato è diventato una pentola a pressione che sta per scoppiare. Non solo i giornali battono quotidianamente questo chiodo (in prima pagina sul Gazzettino di oggi: Per le calli non si cammina più ma l’assessore sembra contento. A pagina 9: Venezia va in tilt, stritolata da 100mila turisti al giorno) ma si moltiplicano proteste e voci che si alzano da ogni parte a chiedere un passo indietro. Solo due numeri giusto per dare un’idea: dal 1990 al 2010 gli arrivi negli alberghi del centro storico sono passati da 1.250.649 a 2.251.160: un milione di persone in più all’anno, senza contare tutti quelli che non alloggiano in centro o che arrivano e ripartono in giornata. La corsa nel precipizio sembra ormai senza alcun controllo: rispetto al 2010 il primo semestre di quest’anno registra +10% di presenze in città, +6,7% di traffico portuale e +7% di traffico in aeroporto. Dati dal Gazzettino di oggi.
In tutto questo l’amministrazione, sindaco Orsoni in testa, esibisce la consueta spocchiosa noncuranza che ormai caratterizza ogni frangia della classe politica italiana, nega l’esistenza del problema ed elogia anzi la presunta capacità della città di reggere i ripetuti quotidiani assalti. Nemmeno l’ex-sindaco Cacciari si esime dal pontificare stupidaggini: Per quattro giorni all’anno si può sopportare […] Un grande aiuto per spalmare i flussi potrebbe darlo la Curia, mettendo un biglietto di 20 euro per entrare in basilica. Questo svuoterebbe la piazza o almeno non determinerebbe le code infernali di oggi. E così via, a riprova che non è automatico che un filosofo dica cose intelligenti ogni volta che apre bocca.
Ai “piccoli disagi” che comunque, bontà loro, sindaco e assessori registrano si oppongono soluzioni-farsa, provvedimenti ridicoli che suonano come prese in giro di cittadini che meriterebbero ben altro rispetto. L’ultima in ordine di tempo è la divisione di residenti e turisti alle fermate dei vaporetti. Wow. Intanto si dimenticano due cose, anzi tre: la farsa fu già recitata nel 1995, fu un fallimento e addirittura l’Unione europea intimò l’alt a una trovata che penalizzava una classe di utenti, i turisti, che già allora pagava tre volte tanto quanto pagavano i residenti. Oggi il biglietto dei turisti costa oltre quattro volte quello normale (sei euro e cinquanta, una follia), ma quella che si recita a partire da ieri è una farsa all’ennesima potenza. Per ora solo alla fermata di Rialto, solo dalle 16 alle 20.30 e con questa modalità: residenti e turisti vengono avviati a due corsie separate ma all’arrivo del vaporetto entrambe vengono fatte salire simultaneamente (paura dell’Europa?), cosicché la calca si forma immediatamente prima del barcarizzo e il caos permane. Ancora Gazzettino di oggi, pagina IV: Separati sui vaporetti ma è sempre ressa. Finirà come la trovatina della linea 3 per soli veneziani, che qualche anno fa funzionò qualche mese e poi finì come era prevedibile che finisse, soppressa con qualche promessa mai mantenuta di aumento delle corse delle altre linee e amen. Sarà solo una presa per il culo in più.
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Quando ho ascoltato la notizia al tg, pensavo che fosse un errore del giornalista e che intendesse una suddivisione per aggevolare i possessori di un abbonamento rispetto ai possessori del regolare biglietto, con un aumento di corse per venire incontro alle diverse esigenze degli abbonati e dei fruitori occasionali.
Stando le cose come le descrivi tu, mi domando come mai i veneziani non abbiano ancora assediato il municipio con i forconi.
aumento di corse? adesso dicono che non se ne parla perché il Canal Grande è intasato e non sopporterebbe altri mezzi. d’altra parte è chiaro, non puoi mica pensare di togliere i motoscafi privati, i taxi o i lancioni per l’aeroporto, no?
è una cosa che non sta né in cielo né in terra (né in acqua).
qui a roma alla fermata metro ottaviano-san pietro, ovviamente assediata dai turisti, tutti passano da tutti i varchi. che però sono pochi, come in qualunque altra stazione, e quindi c’è il caos.
in più ci sono dei molto pittoreschi avvisi scritti a mano con le indicazioni più varie, tipo termini, o inserire il biglietto.
roba che le volte che ci devo passare per forza, mi vergogno sempre un po’.
Non so perché se ne parla.
Sono circa vent’anni che mettiamo al potere questi illustri politici che pensano a renderci la vita facile.