Carnevale, comincia la bagarre. Non sarà, certamente, il folle caos di anni passati ma già qualche accenno di sovrappopolamento dei vaporetti questa sera si notava. Sarà comunque che la crisi c’è e si vede, sarà che cominciano a essere in tanti quelli che pensano che visto una volta può bastare, pare che gli alberghi siano pieni al 40% o giù di lì.
Naturalmente qua, invece di cercare di capire le ragioni di una manifestazione che sa sempre più di muffa, si cerca di correre ai ripari con la consueta ottusa mentalità del bottegaio. Già da qualche anno si è aggiunta una settimana ai canonici dieci giorni e pur di batter cassa al calare delle prenotazioni calano anche le braghe di quanti studiano sempre più allettanti marchette. Non so che fine abbia fatto l’idea della discoteca all’Arsenale, con spola di lancioni gran turismo per portare fin qua le sperate mandrie di festaioli. Se ne parlava sui giornali qualche settimana fa, è scoppiato il solito pollaio e poi il silenzio. La faranno, magari anche con i soldi del Comune, e ci scommetto che finirà deserta e snobbata come il sempre più triste teatro in Piazza San Marco che, per la cronaca, si monta anche quest’anno.
Per vellicare invece gli istinti casinari delle fasce più basse pare invece che ci sarà una sospensione per i bar degli obblighi circa orari di chiusura notturna e rumore. Magari si riesce a grattare una birra in più a chi viene senza balle di buttar soldi nelle attrazioni ufficiali. I residenti protestano ma ormai sono più rari dell’urogallo nepalese. Chi li sente?
Combinazione dispongo di un urogallo, ma è bengalese. Fa lo stesso? 🙂
Certo, noi non siamo per la discriminazione geografica. E poi tutto serve a far numero.