I giornali le chiamano figuranti e si può vederle passando, a qualunque ora, per la Riva degli Schiavoni. Sono tizie che non fanno nulla se non stare in piedi su una cassetta della frutta, addobbate con improbabili vestiti “veneziani” che più fatti in casa di così non si può. Sono rumene e in questa città in cui chiunque può ormai fare qualunque cosa hanno trovato un bel modo per sbarcare il lunario: si fanno fotografare da turisti che se non glielo dicesse la guida non saprebbero distinguere Palazzo Ducale dalla cuccia del cane e poi chiedono cinque euro. Non glieli danno? Si materializza un amico, rumeno pure lui, che con argomenti estremamente convincenti chiede di pagare o di cancellare la foto. La maggior parte paga.
Non ci stupisce ormai più che l’amministrazione dica che non ci si può fare nulla, visto che altro non fa o non sa fare. Ci si chiede peraltro come sarà che a Parigi, a Londra o a Berlino, altre città nelle quali la presenza turistica non è di poco conto, non si trovano cugine di queste rumene che lavorano con gli stessi sistemi. Può essere, forse, che altrove il sistema per neutralizzare certe professioni e bonificare, almeno da questo punto di vista, il paesaggio urbano sia stato trovato.
Non ci dovrebbe nemmeno stupire, ma qui ancora faccio fatica, che in momenti come quello in cui sono passato stamattina ci fosse addirittura la fila dei gonzi in attesa di farsi fotografare. Qualcuno magari se ne verrà via convinto di portarsi a casa il ritratto digitale di una Morosini, o una Barbarigo. Cosa sono cinque euro per un tesoro del genere?
Io comunque la foto l’ho fatta da lontano, con lo zoom. Non avevo nessuna voglia né di sganciare l’obolo né tanto meno di sentirmi in faccia il fiato del fidanzato gorilla della signorina.
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Dicono che, varcato il Brennero, i camionisti teutonici subiscano una temporanea mutazione genetica lanciandosi in una guida sfrenata sulle nostre strade dove, sostengono, si può fare qualsiasi cosa e rimanere impuniti.
La settimana scorsa nella mia città alcuni giovinastri comunitari, dopo una rissa notturna, hanno malmenato la pattuglia intervenuta per calmarli. Intanto gridavano “Tanto non ci potete fare niente. Mettiamo di mezzo gli avvocati e voi ci pagherete anche i danni”.
Il nostro non è un paese autoritario (e questo è bene, ne abbiamo avuto abbastanza di regime), ma nemmeno autorevole e men che mai serio.
Quando qualcuno prova a sradicare fenomeni di microcriminalità quali quelli da lei descritti (qualche legge o regolamento lo violano di sicuro, se non altro di natura fiscale, e comunque è antipatico sentirsi richiedere denaro solo per aver scattato una foto) apriti cielo: ecco dei poveri lavoratori in nero organizzarsi e scatenare rivendicazioni sindacali.
Come i centurioni e le poppee del Colosseo.
O come i contrabbandieri di sigarette di Napoli che, anni fa, si produssero in una manifestazione pubblica davanti alla locale prefettura, chiedendo a gran voce che li si lasciasse lavorare perchè tenevano famiglia. Nessuno colse, per ragioni di ordine pubblico, l’insperata occasione di carcerarli tutti in un colpo solo ed anzi vi furono palpabili manifestazioni di solidarietà nei loro confronti: in fondo, poverini, erano meno pericolosi degli spacciatori di droga.
Che dire, Cavaliere, lei ha perfettamente ragione. Speriamo almeno che la sua segnalazione serva a qualcuno per non farsi infinocchiare.
Io le vedo ogni mattina prendere l’autobus da Mestre con il loro borsone e prendere il vaporetto …
E io le vedo poco dopo già in “ufficio”, con le sottogonne addosso e il cappello sulle ventitré, mentre fumano una sigaretta sedute sulle loro cassette, prima dell’arrivo delle orde che per quel giorno le foraggeranno.
Ora ti racconto bene … era da novembre che lavoravo in Giudecca e sul 4.2 che porta a Piazzale Roma ho notato queste donne con i loro borsoni e mi chiedevo sempre “Ma queste vanno in palestra?” Poi le notai sul 4L a Mestre e mi chiedevo sempre “Ma queste dove vanno la mattina con sti borsoni??” Poi un po’ di mesi fa uscì un articolo sul Gazzettino e lì ho messo il pezzo mancante al puzzle 🙂 e conosco pure l’amico rumeno!
Con tutto ciò che di bello si può fotografare a Venezia…..ridicole queste figuranti ma ancora di più chi paga per farsi fotografare in loro compagnia!
È in linea con il generale degrado del turismo, non solo veneziano. Chi arriva qui ormai passa il suo tempo a trascinarsi per strada, a guardare le bancarelle, a scannarsi per un kebab o una fetta di pizza. Quello cerca la maggioranza, non credere che chiese, monumenti e musei siano altrettanto pieni.