Come quelle del Signore, anche le vie dell’ACTV sono infinite. Da un anno a questa parte questi cartelli gialli affiancano le entrate di tutte le fermate dei vaporetti: se non fossero l’ennesima tragica conferma che la peggiore azienda di trasporti urbani del’emisfero boreale (e forse anche dell’altro) è in mano a un branco di squilibrati, ci sarebbe da sbellicarsi dal ridere.
Premesso che nel corso di questo anno di vigore della terroristica minaccia non ho mai assistito né sentito dire di controlli o tanto meno di multe fatte all’interno dei pontoni, si multa forse in terraferma chi sta alla fermata dell’autobus senza biglietto? E se piove e semplicemente mi riparo, devo forse pagare il biglietto anche se non voglio prendere il vaporetto? Se accompagno la mamma alla fermata, se faccio chiacchiere con gli amici in attesa che loro si imbarchino, se vengo a prendere la zia Eulalia in visita da Zerobranco, devo pagare il biglietto?
E poi vorrei che l’Archimede Pitagorico che ha avuto questa pensata mi spiegasse: ACTV prevede che si possa acquistare il biglietto a bordo. E allora, se sono alla fermata senza biglietto ma con l’intenzione di acquistarlo una volta salito? Merito la multa? E se chiedo al marinaio a bordo di farmi un biglietto, ciò equivale a un’autodenuncia che sono entrato alla fermata privo di titolo di viaggio elettronico (è così che ACTV lo chiama) e quindi lui è tenuto a farmi pagare anche la multa?
Oppure è prevista la modalità secondo cui il viaggiatore privo di biglietto ma intenzionato ad acquistarlo a bordo deve attendere sulla riva e da lì, con balzo prodigioso, planare sul vaporetto senza transitare dalla fermata?
Sarebbe bello avere una risposta a qualcuna di queste domande, ma le risposte dell’ACTV sono fumose e inconsistenti. Tali e quali, vien da pensare, all’interno della scatola cranica di chi concepisce puttanate del genere invece di occuparsi di tenere a galla un’azienda che imbarca acqua e insulti da ogni parte.
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kafkesque!
Kafkaesk, bitte. Così almeno diciamo nel Brandeburgo.
che poi, data la frequenza dei passaggi alle fermate, l’attesa nel pontone può tendere all’infinito.
Ci stiamo infatti organizzando per metter su simpatici tornei di canasta per ammazzare il tempo.
Canasta? Mi ricorda qualcosa.
L’ha ribloggato su L'arme, gli amori.
Non per consolazione ( semmai per disperazione) preciso che l’ ACTV non è solitaria. Anche la GTT ( azienda torinese) non scherza. Sospeso a metà per l’ estate il servizio ferroviario- e sostituito con pesanti automezzi- in una tratta storica ( !) e potenzialmente turistica ( !), chiuse le stazioni, con personale raggruppato in pochi presidi, è impossibile acquistare i biglietti. E per estrema beffa, l’ acquisto del cosiddetto ” titolo di viaggio” sul bus comporta un sovraprezzo anche se NEL PUNTO IN CUI SI SALE NON ESISTONO RIVENDITE DEI BIGLIETTI.
E noi, illusi, continuiamo a non usare l’ auto e a contare nel servizio ” pubblico”.