Nella storia dell’ACTV, l’azienda di trasporti urbani più sbrindellata dell’emisfero boreale, si contano non so quanti casi di “geniali innovazioni” strombettate ai quattro venti per qualche settimana e poi lasciate lì a diventar vecchie e inutili, il più delle volte senza nemmeno passare dalla fase di prototipo a quella della realizzazione. Chi si ricorda il vaporetto elettrico, unico esemplare che probabilmente per anni abbiamo visto passare su e giù per il Canal Grande mentre noi continuavamo, come ancora oggi facciamo, a prendere i soliti battelli inquinanti e puzzolenti? Oppure i cancelletti automatici alle uscite delle fermate, per contrastare l’abitudine dei buzzurri di entrare dall’uscita. Quelli sono stati installati in molti posti e adesso stanno là, perennemente aperti e apparentemente tutti rotti. Per non parlare dei distributori automatici di biglietti, installati dopo anni di studi e meditazioni ma che, a giudicare dagli affollamenti di turisti perplessi che ci stazionano davanti, richiedono quantomeno una laurea in ingegneria nucleare per essere fatti funzionare.
D’altra parte, cosa c’è da aspettarsi da un’azienda che esplicita il proprio concetto di comunicazione con questa frase che scorre sui display negli autobus (la cito a memoria): si prega di validare il titolo di viaggio elettronico? Non esiste proprio un modo più semplice e comprensibile a tutti per dire ricordatevi di annullare il biglietto? Imparassimo una volta tanto dagli inglesi come si comunicano gli avvisi all’utenza?
Per tornare all’inizio, quello che si vede nella foto è l’ultimo rigurgito di genialità di qualche membro del parco cervelli dell’ACTV, i tornelli alle fermate. Sembrerebbe l’uovo di Colombo: se vuoi prendere il vaporetto fai bip e il tornello ti fa entrare alla fermata. La cosa funziona ovviamente nei grandi terminal del Lido, dove gli spazi sono adeguati. Nelle normali fermate, invece, ci si è inventati questa struttura che dimezza lo spazio già risicato dell’imbarcadero, per cui chi arriva prima passa ed entra nella zona verso l’attracco, chi arriva dopo deve aspettare fuori e, all’arrivo del mezzo, fare entrare chi sta davanti e poi, bippando uno alla volta, passare e salire. Si trattasse di tre persone non sarebbe niente, il problema è che in fermate come questa, all’Accademia, le persone sono quasi sempre decine e ci si può immaginare come si allungano i tempi. Naturalmente fatta la legge trovato l’inganno, per cui quando la parte davanti è piena chi arriva dopo entra dall’uscita e si accalca con gli altri nella zona dove dovrebbero passare quelli che scendono. E il casino aumenta.
L’aggeggio della foto era stato montato alla fermata dei Giardini ma ci è rimasto due o tre giorni, poi è stato trasferito all’Accademia. Credo sia l’unico allestito, almeno io non ne ho visti altri. Resterà lì un po’, poi sparirà e finirà nel registro dei soldi buttati e delle idee fallite appena nate.
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Visto la brevità alla fermata Giardini io ho anche pensato di avermelo sognato sto’ coso!
meno male che poi sparisce…