Fine di un amore? Dice così che la love story fra il sindaco Orsoni e nonno Pierre Cardin, il cui frutto dovrebbe essere l’orrendo Palais Lumière, si è incrinata. Nonno Pierre non sgancia i milioni promessi a tappare le falle delle casse comunali e il sindaco si lascia scappare un “inaffidabile”. Cardin non gliele manda a dire e prontamente replica.
I dettagli della penosa vicenda stanno qui.
Da qualunque parte stia la ragione, ciò che la rottura di questo feeling ispira è soprattutto sconcerto per la superficialità con la quale operazioni miliardarie (nonché deflagranti dal punto di vista dell’impatto ambientale) appaiono gestite.
La nuova di oggi è che Cardin, che aveva anche promesso il pagamento di una linea di tram che collegasse Mestre con Marghera, adesso nega e dice che pagherà solo l’ultimo tratto, quello che da Marghera porterà (porterebbe) alla sua torre. Rogna ulteriore per le disastrate casse, visto che rebus sic stantibus il Comune dovrebbe a questo punto tirar fuori un’altra vagonata di milioni, onde per cui si sta ragionando sul fatto che forse la linea non è poi così necessaria.
Ancora una volta su Repubblica Salvatore Settis dice la sua da par suo. Trovate l’articolo qui.
(non sarebbe proprio un tram, ma un “coso” su pneumatici con una rotaia sola – che può leggersi anche con la ò aperta)
L’ombra della sòla incombe, visto che la linea fino ad oggi realizzata dopo un periodo di regolare funzionamento è attualmente da mesi ferma per via di pesanti problemi tecnici che causano, fra l’altro, l’esborso di un notevole ulteriore pacco di soldi.
Quanto al coso, come dovremmo chiamarlo? Qui per molti il bus si chiama “filovia”, non sarà gran peccato se chiamiamo il coso “tram”?
Mi sto ricredendo anch’io, che pur ero inizialmente ingenuamente favorevole (ho lavorato per un brevissimo periodo in Petrolchimico: qualsiasi cosa mi pare preferibile all’esistente).
http://acutocomeunapalla.blogspot.it/2013/01/come-neve-al-sole.html
Ciao e buon anno
Paolo
Hai fatto un’ottima sintesi del problema, condivido parola per parola.
E buon anno anche a te.