Della storia dei fannulloni ne ho due palle così. In uno dei miei periodici attacchi di masochismo ho ascoltato stasera “La zanzara”, la deprimente trasmissione di Radio24 nella quale la divetta Giuseppe Cruciani pontifica e prende a pesci in faccia chiunque osi levare una sillaba contro l’ex cantante di pianobar oggi domiciliato ad Arcore. E’ più forte di me, ogni tanto lo faccio, forse per non perdere mai la consapevolezza dei tempi più che tristanzuoli nei quali stiamo transitando. Comunque, ascoltavo e cuocevo la frittata e a un certo punto il Cruciani ha intervistato un investigatore privato che, dice, lavora da tempo per le amministrazioni pubbliche alla ricerca di fannulloni. Che grazie a lui vengono smascherati e licenziati, o costretti alle dimissioni.
Non ne posso più di sentir utilizzare la parola che al signore ritratto nella foto nell’esercizio della sua statale professione piace tanto. Mi sono rotto i coglioni, io dipendente pubblico, di essere quotidianamente messo alla berlina e sbeffeggiato in questa maniera. Mi sono rotto i coglioni, io dipendente pubblico, di essere fatto passare come il mangiapane a tradimento, il ladro di stipendi, lo scaldasedia improduttivo. Come quello che non perde occasione di fregare il datore di lavoro, che si mette in malattia e va in vacanza, che esce dall’ufficio e va per negozi, che passa la mattina alla macchina del caffè. Mi sono rotto i coglioni di questo demagogico sparare nel mucchio, e me li sono rotti non perchè cose come queste non esistano, ma perchè non è bollando un’intera categoria e dandola in pasto a chi ottusamente crede che “il privato” sia il centro di ogni virtù si risolva il problema.
Vogliamo dirlo dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che un dipendente pubblico (uno a caso: io) laureato, che fa un lavoro altamente specializzato, che negli anni ha acquisito (mi scoccia dirlo, ma adesso mi tocca) un ruolo di autorità nel proprio campo sia in Italia che all’estero, che negli anni ha formato circa la metà delle persone che attualmente in Italia fanno il suo mestiere, che partecipa regolarmente a progetti di ricerca anche internazionali, che va a congressi e regolarmente pubblica, che in venti anni di servizio ha fatto quindici giorni di malattia e ha avuto due avanzamenti di carriera non in virtù di anzianità ma superando concorsi nei quali si è fatto il culo studiando per mesi, il problema sta nel fatto che questa persona guadagna 1.680 euro al mese. Ecco, questo è il vero problema. Trovarsi dopo vent’anni di lavoro con uno stipendio del genere e avere a che fare con colleghi francesi, tedeschi o inglesi che prendono tre volte tanto, questo è il problema. Doversi sbranare coi colleghi per aggiudicarsi un concorso di Progressione Economica Verticale, questo è il problema. Cominciamo a dire che i dipendenti dello stato sono trattati come una massa di servi sottopagati, che c’è gente laureata e che fa lavori cosiddetti di alto profilo che prende 1.100 euro. Vogliamo fare i rigorosi con chi fa il furbo? Sacrosanto, però paghiamo il giusto prezzo per il lavoro di chi il proprio dovere lo fa, senza isterismi, generalizzazioni e ironia da quattro soldi.
Beccare chi fa il furbo è doveroso ma anche facilissimo: da me siamo in trecento e tutti sanno tutto di tutti, non c’è bisogno di assumere il primo Tom Ponzi di passaggio (oltretutto profumatamente pagandolo, I suppose). E’ solo stupida demagogia, strumentale alle panzane che racconta il bell’addormentato lassù in alto.
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Tu sei il mio mito personale.
Sallo! 😉
(E la tua “prima regola”, lassù, io la seguo già da mo’…)
Mein Gott, sono un mito, sappiatelo tutti!
ci ho messo un po’ per capire che il titolo non era in cinese. capito questo (e cioè che esprime in quattro sillabe – o forse cinque, mi voglio rovinare – quello che è poi magistralmente sviluppato nel post), è vero quello che dici, come è vero che il potere d’acquisto degli stipendi è ulteriormente ribassato dal fatto che i servizi pubblici sono di livello bassissimo: ma non per il fannullonismo, bensì perché pure qui non ci si spende, anzi, non ci si investe pressoché nulla. se devo svenarmi per togliermi un dente; se devo impiegare tre ore al giorno per andare e tornare dal lavoro; se devo pagare asili privati e badanti anziché avere assistenza per i bambini e per gli anziani; ecco che gli stipendi in confronto sono ancora più bassi.
è che questi strillano contro i fannulloni (che per alcuni va tradotto con “fannulloni meridionali”) poi però si comportano peggio dei padroni delle miniere ottocentesche.
Buongiorno,
visto che si deprime ascoltando “La zanzara” le suggerirei, per tirarsi su il blog: http://antizanzara.blogspot.com : prende spunto dalla trasmissione per riflessioni più pacate ed approfondite.
…e de Brunetta ghe ne ci do bae anca mi (forse anca quatro)…
Anca mi… e pensa che se non te lo ritroverai come Ministro, te lo cuccherai come Sindaco!
Lavoro anch’io nalla Pubblica Amministrazione, ma probabilmente in un ambito che puo considerarsi l’opposto del tuo.
Però non mi convince il fatto che nella P.A. paghino investigatori privati per pedinare i dipendenti, al massimo lo faranno fare alla Finanza; non credo esistano capitoli di spesa che coprano questo tipo di costi, a meno che non riescano a spacciarli per “consulenze”.
Confido nell’intervista che The sleeping beauty ha rilasciato poco tempo fa a “La Stampa”, dove dice che fare il sindaco gli piacerebbe ma non si sente di rinunciare alla missione di rivoluzionare la pubblica amministrazione italiana, per cui non si presenterà. Avrà già cambiato idea dodici volte da allora, naturalmente, ma comunque la speranza è l’ultima a morire.
Faccio la ola !
Mi unisco alla ola!
Poi oleggere Winckelmann così sboccato è assai divertente 🙂
Si? dovreste vedere la mia faccia quando incontro per strada The sleeping beauty. Cosa che, disgraziatamente, mi succede fin troppo spesso.